ANTICIPO TFR DIPENDENTI PUBBLICI?
Meglio chiedere la liquidazione che chiedere un prestito in banca
Dopo anni anni e anni di lavoro il vostro tesoretto si sarà pure formato. Una sorta di salvadanaio che molti preferiscono lasciare e non toccare fino all’interruzione del rapporto di lavoro.
Immaginate quando si verificano quelle necessità economiche a cui la vita ci chiede di far fronte: l’acquisto della casa, spese mediche. In queste situazioni è facile indebitarsi rivolgendosi agli istituti di credito e alle finanziarie.
Perchè non rivolgersi al proprio datore di lavoro per chiedere un anticipo del TFR, invece che a un istituto finanziario?
La prima cosa da sapere, per chi ha intenzione di chiedere l’anticipo, riguarda i requisiti da avere e quali sono le condizioni da rispettare per ottenerlo.
Dipendenti pubblici e privati: chi può chiedere l’anticipo TFR
La normativa sull’anticipo del trattamento di fine rapporto risale a quasi 35 anni fa ed è regolamentata dalla legge 297/1982.
Direi una legge da aggiornare, come spesso accade.
La legge 279/1982 prevede modalità differenti a seconda che il dipendente lavori nel settore privato oppure nel settore pubblico.
La richiesta di anticipo del TFR può essere fatta solo dai dipendenti del settore privato che hanno un’anzianità di almeno otto anni nell’azienda per la quale lavorano.
Per i dipendenti pubblici invece le cose stanno un po diversamente.
Il paradosso sta nel fatto che il sistema giuridico ed amministrativo italiano rende la vita abbastanza difficile al pubblico dipendente, trattandolo sia come lavoratore dipendente privato applicandogli le norme privatistiche e civilistiche applicate nel privato, e nello stesso tempo come lavoratore pubblico applicando le oramai residuali norme in vigore pubblicistiche.
Sicché il dipendente pubblico soggiace a normative civilistiche di diritto privato e di diritto pubblico, mentre il lavoratore privato solo alle norme di diritto privato.
Orbene, per i pubblici dipendenti, che sono soggetti al trattamento di fine servizio (TFS) l’anticipo può essere richiesto solamente da chi è stato assunto con un contratto a tempo determinato dal 30 maggio 2000 e per chi è assunto a tempo indeterminato dal primo gennaio 2001.
In ogni caso, sia per il privato sia per il pubblico, la somma richiesta non può superare il 70% di quanto maturato al momento della domanda e può essere riscossa una sola volta nel corso della vita lavorativa.
L’anticipo del TFR deve servire per:
- l’acquisto della prima casa per sé oppure per i propri figli;
- le spese mediche per interventi straordinari (di una certa importanza);
- le spese durante l’astensione facoltativa per maternità;
- le spese durante i congedi per la formazione extra lavorativa oppure per la formazione continua.
Non è automatico che il datore di lavoro possa concedere ed accontentare. La domanda può essere soddisfatta se i lavoratori che l’hanno presentata non superino il 10% dei dipendenti dell’azienda che ne hanno diritto, e comunque non può andare oltre il 4% dei numeri dei dipendenti totali.
Il datore di lavoro deciderà in base all’ordine cronologico delle richieste presentate.
Sono stata assunta c/o il comune di Bologna il 15 marzo 2000. Oggi ho chiesto l’anticipo del TFR e la risposta è stata negativa . Giustificandosi che non c’è liquidità, e se fossi iscritta a un ipotetica assicurazione /versando una ipotetica cifra mensile, non ricordo il nome sono dopo otto anni avrei avuto diritto. Che mondo difficile!!!!!!!
può sempre richiedere una consulenza in merito ai nostri avvocati. I costi per le nostre consulenze legali sono realmente accessibili a tutti.
Sono un dipendente pubblico… per completezza, se il datore si rifiutasse fermo restando il rispetto delle percentuali indicate, dovrei accettare passivamente? Ed eventualmente per l’acquisto della prima casa quali documenti dovrei produrre al mio datore di lavoro?
Può chiedere una consulenza scrivendo a consulenzalegale@dipendentipubblici.eu
Visiti anche il link https://dipendentipubblici.eu/consulenza-legale-per-dipendenti-pubblici/