OPEN DATA E SETTIMANA DELL’AMMINISTRAZIONE APERTA. UN VANTAGGIO ANCHE PER IL DENARO PUBBLICO

Nell’interesse della trasparenza e dell’efficienza amministrativa, la rintracciabilità dei dati finanziari relativi alla spesa pubblica. Dal 4 all’11 marzo la possibilità di intraprendere veramente la strada degli open data.

Uno degli obiettivi dell’Open Government è spendere bene le risorse disponibili per assicurare legalità, trasparenza ed efficienza. Inoltre, quando è possibile monitorare la spesa pubblica ovvero appalto per appalto, contratto per contratto, offerta per offerta, aumenta anche la capacità di lettura dei territori e la fiducia dei cittadini nelle istituzioni.

Perché è importante sapere bene come le PA spendono i soldi perché sono soldi anche nostri. In occasione della settima edizione mondiale degli Open Data Day, il Dipartimento della Funzione Pubblica della Presidenza del Consiglio, ha lanciato la prima Settimana Nazionale dell’Amministrazione Aperta (SAA) che si terrà dal 4 all’11 marzo.

Sette giorni carichi di iniziative, si legge nel sito istituzionale www.open.gov.it/saa, «dedicate a sviluppare la cultura e la pratica della trasparenza, della partecipazione e dell’accountability sia nelle amministrazioni pubbliche che nella società» come ha preannunciato il ministro Marianna Madia. Numerosi gli eventi già registrati.

In sostanza, significa che vari soggetti possono – in linea con gli orientamenti europei, nazionali e regionali sulla digitalizzazione dei servizi – in modo autonomo organizzare eventi in quei giorni, accreditandosi sul sito. In un’ottica di ecosistema, per rafforzare e convertire in modo sostenibile l’economia; perché negli ultimi anni non solo sono stati fatti passi in avanti sotto il profilo della consapevolezza e della cultura dei dati aperti ma si assiste anche alla nascita di movimenti spontanei “dal basso” per la condivisione di informazioni e la definizione di nuovi progetti. Sono loro i protagonisti dell’innovazione: comunità di cittadini, dipendenti pubblici, designer, sviluppatori ed esperti di statistica che organizzano attività ODD (Open Day Data) in tutto il mondo in modo volontario, senza alcuna organizzazione sulle spalle, per partecipare e collaborare attivamente alla “cosa pubblica”.

Tutti coloro che hanno idee su come utilizzare i dati aperti, o vogliono imparare come utilizzare o analizzare i dati o semplicemente tenersi aggiornato, può partecipare. Perché tutti dovrebbero sapere cosa sono e perché in tanti li utilizzano anche senza saperlo. Gli open data sono banche dati sempre accessibili (in un formato digitale non proprietario e senza restrizioni di copyright, brevetti o altre forme di controllo che ne limitino la riproduzione) per raccogliere, rappresentare ed elaborare dati statistici. Servono per generare più consapevolezza, conoscenza e nuove opportunità di impresa e sviluppo. Sono una evoluzione del concetto di rete, di condivisione delle informazioni.

La Ragioneria generale dello Stato ad esempio, sta avviando un percorso di “apertura” dei dati relativi alla finanza pubblica, a partire dai pagamenti, dalle spese del bilancio dello Stato, dalle entrate e dalle uscite degli enti della PA. Affinché enti pubblici e privati, aziende, liberi professionisti e cittadini possano riusarli liberamente in assoluta trasparenza e flessibilità, anche con fini commerciali.

Partecipare alla settimana nazionale dell’Amministrazione Aperta è una occasione per capire cosa sta funzionando e cosa va cambiato, individuando bisogni completamenti scoperti e montando iniziative nuove. Alcune ricerche come quelle condotte dall’Open Data Barometer e dall’Open Data Index, confermano che, nel nostro Paese stenta ad avviarsi quella fase che segni un reale utilizzo dei dati. Nonostante la sottoscrizione nel 2013 della Carta dei Dati Aperti (Open Data Charter) in sede G8 e l’adesione ad Open Government Partnership, in Italia è assente una chiara strategia, una vera governance condivisa. Non basta illudersi che sia sufficiente aprire un portale (comunale, regionale, ministeriale, etc.) per rispondere alle pressioni che la società civile fa in tal senso e dire di aver fatto open data. Serve una strategia con gli obiettivi da raggiungere nell’immediato e nel lungo periodo. Perché dobbiamo misurare gli impatti che i dati liberati hanno avuto.

Il Programma della Settimana dell’Amministrazione Aperta è disponibile sul sito www.open.gov.it/saa e aggiornato costantemente; include seminari, dibattiti pubblici, webinar, pubblicazione di documenti, rilascio di dataset in formato aperto e altre iniziative volte a mettere a disposizione di cittadini e pubbliche amministrazioni strumenti utili ad attuare i principi dell’Open Government (linee guida, tool-kit, etc.).

L’Italia deve presentarsi come una realtà sistemica se vuole aprire nuove prospettive di sviluppo e crescita economica. Per conseguire un’amministrazione più efficiente e trasparente servono più giornate di sensibilizzazione e maratone di cervelli (hackathon); c’è bisogno di un ecosistema di competenze; che pubblici dipendenti, civic hackers ovvero “ladri della rete” – che raccolgono segnalazioni, report di cittadini e poi li presentano su una mappa interattiva affinché eventuali frodi possano essere più facilmente denunciate – ed imprese lavorino in sinergia su progetti concreti per migliorare la vita pubblica di altre persone. Perché il cambiamento in atto riguarda tutti e l’apertura rafforzerà la democrazia e la giustizia sociale.

                                                                                                                                                              Maryann Padovano