Mobilità nella Pubblica Amministrazione – Conviene?
Pubblichiamo una lettera pervenuta ai nostri contatti email
Buon giorno dipendentipubblici.eu,
vorrei raccontarvi un pezzo della mia storia lavorativa che ho vissuto con la mobilità tra enti pubblici (non saprei se dire o grazie o maledire quel giorno)
Qualche anno fa lavoravo presso un ente pubblico che vantava un personale di circa 600 dipendenti pubblici.
Mi riferisco in particolare alla Provincia, o ex provincia, ente di area vasta, città metropolitana
Trascorro dieci anni della mia vita lavorativa presso l’ente anzidetto.
Percepivo al mese come retribuzione al netto delle nostre amate e giuste tasse la somma di € 1.200,00.
Ogni anno si percepiva la così detta Produttività che consisteva in una somma più meno fissa corrispondente ad € 1200,00 – se poi non c’erano sufficienti fondi al massimo si scendeva ad € 900.
Ragion per cui si paventa l’idea in me di mettere su famiglia (così si dice)….
E’ così è stato, felice matrimonio e via alla procreazione.
Apro e chiudi parentesi: in Italia nel frattempo ci richiedono di sfornare figli perché il tasso di natalità è uno dei più bassi promuovendo l’offerta con bonus bebè.
Come al solito durante questi dieci anni di vita lavorativa come dipendente pubblico, vedo susseguirsi diversi dirigenti presso il mio servizio.
Chi la pensa in un modo, chi la pensa in un altro, tuttavia l’attività prosegue fino ad arrivare ad un punto cruciale.
A seguito di riorganizzazione del personale, con la venuta di un nuovo direttore generale (che costa € 100.000,00 annui) viene spedito presso il mio ufficio un nuovo dirigente, che nella sua vita si è sempre occupato di altra materia e mal gradisce questa nuovo riassetto organizzativo.
L’attività d’ufficio rallenta, si spegne. Tutto tace, gli animi si riscaldano, c’è chi si chiude e non parla, chi sgambetta, chi non sa che fare.
Passano gli anni, se mal non ricordo ben 4 anni, non sono pochi.
Spunta un bando di mobilità presso il Comune nel quale vivo.
Mio padre:<<perché non fai la domanda di mobilità?>>
Io rispondo che non è ancora scaduto il termine – poi riflettendo mi dico: <<non posso farmi sfuggire questa occasione e cambiare finalmente aria considerato che nel mio ufficio non se ne può più>>
Ecco che spedisco la domanda.
Iniziano i colloqui per la mobilità, le domande proposte sono: ici, imu e fase delle entrata.
Sottolineo che per dieci anni non mi sono mai occupato di contabilità e tributi presso l’ufficio in cui lavoravo. (provincia).
A questo punto, per non perdere il filo, ribadisco che presso la Provincia percepivo una volta all’anno, oltre alla tredicesima, la così detta Produttività che consisteva in una somma più meno fissa corrispondente ad € 1200,00 – se poi non c’erano sufficiente fondi al massimo si scendeva ad € 900.
Con il passaggio al Comune, la somma percepita quale produttività è di € 450,00 circa e il secondo anno invece la bellezza di € 330,00.
Che differenza.
Significa che in due anni il mio reddito da lavoro presso i c.d. enti locali a causa della mobilità da provincia a comune è diminuito di ben €uro 1.700,00 circa.
In dieci anni questo diminuzione si farà sempre più notevole al punto di toccare una perdita di Euro 8.500,00 (ottomilacinquecento/euro).
Tutto questo per me non giusto
Per voi?