LE PROVINCE NON SONO MAI SCOMPARSE – RIFORMA P.A. CON LE ORECCHIETTE

RIFORMA DELLE PROVINCE – CITTA’ METROPOLITANA – E CRISI?

Con la riforma del Titolo V della nostra Costituzione si sono aperte le danze di un musical che ancora oggi deve vedere la conclusione della puntata.

Ma si continua a ballare e a cantare tra riforme, finti aumenti ed inasprimento dei doveri dei dipendenti pubblici.

Tra blocchi dei turn over, pensionamenti, avvisi di mobilità obbligatori spesso inconcludenti, interscambio negato per negazione del nulla osta, pochissimi concorsi pubblici per nuove unità, zero spazio ai giovani nella pubblica amministrazione ad eccezione dei soliti raccomandati che con contratto a tempo determinato, per la durata massima di 5 anni, ovvero la durata della legislatura locale del sindaco, si vedono improvvisamente assunti part-time presso un ente locale: spesso i Comuni.

La Legge 56/2014, cosiddetta “Legge Delrio” ha rivisto profondamente ruolo ed organizzazione delle Province, trasformate in enti territoriali di area vasta. In attesa della riforma costituzionale, e delle relative norme di attuazione, il provvedimento ha istituito le città metropolitane di Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli e Reggio Calabria, rivedendo l’organizzazione interna e le funzioni amministrative provinciali e introducendo una nuova disciplina in materia di unioni e fusioni di comuni.
Delle 10 città metropolitane previste ad oggi ne risultano attive 9: resta esclusa Reggio Calabria la cui istituzione è rimandata al termine del mandato naturale dell’attuale Presidente della provincia (giugno 2016).
Sono organi della provincia: il Presidente, il Consiglio provinciale e l’Assemblea dei Sindaci.
Presidente e Consiglio provinciale sono organi elettivi di secondo grado, eletti dai Sindaci e dai Consiglieri dei comuni della provincia.
L’Assemblea dei Sindaci è composta dai Sindaci dei comuni della provincia. Tutti gli incarichi sono a titolo gratuito. (Viva il Volontariato e il Gratuito Lavoro Boh? cosa c’è sotto?).
Praticamente i Sindaci vedono ampliarsi inverosimilmente il loro potere istituzionale estendendo sempre più la loro presenza ed il loro potere.
COME E’ ANDATA A FINIRE CON LA RIFORMA?
Nonostante le critiche la riforma ha sicuramente portato un risparmio di tutti quei soldi spesi allora per pagare il presidente della provincia, i suoi assessori e i consiglieri. Quindi si risparmiano soldi ma si vocifera alla grande che gli stanziamenti sono diminuiti da parte dello Stato.
I nuovi enti hanno competenza in materie come edilizia scolastica, tutela e valorizzazione dell’ambiente, trasporti, strade provinciali. Un’altra funzione è il “controllo dei fenomeni discriminatori in ambito occupazionale” e la “promozione delle pari opportunità sul territorio provinciale”. Tutte le altre competenze sarebbero dovute passare ai Comuni, ma le cose sono andate a rilento e di fatto le competenze delle province sono rimaste molto simili a quelle prima della riforma. Tutto il personale dipendente (pubblici impiegati delle Province), come prima, tutti indistintamente ogni mattina dal lunedì al venerdì, si recano in ufficio, timbrano il cartellino e fanno le loro sei ore e mezzo per un totale di 36 ore settimanali.
Cosa fanno durante le ore di lavoro? Le stesse cose che facevano prima.
La riforma costituzionale, non approvata dal referendum del 4 dicembre, prevedeva di eliminare la parola “province” dall’articolo 114 della Costituzione rimandando a una nuova legge ordinaria il riordino sostanziale e non solo formale di questi enti.




Attenzione però perché  Il Giornale.it (http://www.ilgiornale.it/news/economia/manovra-governo-regala-altri-soldi-province-1404191.html) Mer, 31/05/2017 – 13:54 – ci racconta che:

Manovra, il governo regala altri soldi alle Province

Nella manovra spuntano altri 150 milioni agli “enti intermedi”, tra cui le famigerate Province che da anni Palazzo Chigi promette di abolire

 Centocinquanta milioni in più. È l’ennesimo regalo del governo alle Province. Altro che Crisi e bando alle chiacchiere. I soldi ci sono.

Sì, proprio le famigerate Province che da anni Palazzo Chigi promette di abolire.

Tanto infatti prevede la “manovrina” approvata ieri in commissione Bilancio alla Camera. Soldi che, come racconta Italia Oggi, andranno ai cosiddetti “enti intermedi”: le città metropolitane e – appunto – le Province che fanno da raccordo tra Comuni e Regioni. Per loro il dl 50/2017 prevede l’aumento dei contributi ordinari “per le funzioni fondamentali” (da 110 a 180 milioni) e uno straordinario per la manutenzione delle strade (da 100 a 170 milioni), che si aggiungono ai 15 milioni stanziati per l’edilizia scolastica (di competenza delle Province).

Come se non bastasse, oltre a varie agevolazioni su tempistiche e tetti da rispettare, agli enti che hanno dichiarato il default entro la fine del 2015 spettano 10 milioni per il 2017, mentre per quelli che non hanno rispettato il pareggio di bilancio nel 2016 arriva l’ampliamento del condono delle sanzioni, comprese tutte le penalità accessorie.

GAZZETTA DEL MEZZOGGIORNO  20 GIUGNO 2017

<<La Provincia è scomparsa e noi lavoriamo più di prima>>

 

Lo asserisce qualche dipendente della provincia di Bari, confermando che <<i carichi di lavoro sono aumentati perché la gente è andata in pensione e non è stata sostituita. Però lo fa nell’anonimato ma lavora per il pubblico senza metterci la faccia. E per giunta si fanno pure <<straordinari a morire, ma ce ne pagano pochi>>.

Se così fosse perché allora la provincia di Bari nega il rientro alla mobilità volontaria a chi ne fa richiesta?

 

<<Nello stesso tempo però l’aria è più serena e tutto sembra scorrere come prima>>

 

 

 

In realtà quanti pensionamenti ci sono stati alla provincia di Bari, senza sostituzione, da mettere in ginocchio il personale con carichi di lavoro aumentati a dismisura – considerando inoltre che non vi sono stato sovra numeri?

Cito altre affermazioni del personale dipendente della provincia di Bari: “E’ cambiato tutto e non è cambiato nulla rispetto a tre anni e mezzo orsono>>

Un feedback eccezionale

 

Eh il Ministro per la Semplificazione e  la Pubblica amministrazione?

Durante la visita a Bari vecchia, il ministro  Madia, ha preso lezioni per imparare a fare le orecchiette (r strascinat) e, accompagnata dal Sindaco Decaro, in strada Arco Basso, si è cimentata con le sue mani a realizzare un po di pasta fresca.

Così oltre al fantomatico aumento stipendiale che ad oggi non si vede l’ombra, un piatto di orecchiette ai dipendenti pubblici non glie lo toglie nessuno.

Al termine di una giornata faticosa, il lavoro si spegne con una visita alla Cattedrale di Bari (giacché stiamo)

E vissero tutti felici e contenti

Blogger & Seo – Copywriter

Daniele Giammarelli




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