I VIGILI VORREBBERO ATTINGERE DALLE CASSE DELL’IMPOSTA DI SOGGIORNO PER FINANZIARE LE LORO ASSUNZIONI

L’imposta di soggiorno non può finanziare i vigili

 

I proventi che i Comuni incassano con l’imposta di soggiorno non possono essere utilizzati
per finanziare assunzioni flessibili di vigili urbani in quanto non si stabilisce in questo
modo il necessario nesso con il turismo.
È questo il principio di fondo affermato dalla deliberazione 114/2018 della sezione regionale di controllo della Corte dei conti della Campania. Analoghe conclusioni sono state tratte dalla Corte dei conti della Puglia con il parere 141/2018 per il finanziamento delle assunzioni flessibili dei vigili con i proventi delle sanzioni per le inosservanze del Codice della Strada.
Si deve considerare che, sulla scorta di questo parere, un orientamento analogo debba essere tratto anche per la destinazione alle assunzioni flessibili dei vigili finanziate dai proventi della tassa di sbarco nelle isole minori.

Il parere mette in evidenza che il dettato normativo è alquanto incerto per ciò che riguarda la destinazione dei proventi, visto che si parla in termini generici «di interventi in materia di turismo».

Mentre è più preciso per l’individuazione dei presupposti dell’imposta e dei soggetti passivi.
Nonostante questi aspetti, si deve arrivare alla conclusione per cui la destinazione di queste risorse al finanziamento delle assunzioni flessibili di vigili stagionali è da considerare inibita in quanto in questo modo si avrebbe solamente una connessione «in via indiretta».

Le assunzioni dei vigili non possono infatti in alcun modo essere considerate «un intervento in materia di turismo». Gli appartenenti ai corpi di polizia locale hanno infatti assegnati una pluralità di attribuzioni, basta ricordare gli innumerevoli compiti che svolgono in materia di polizia amministrativa, compiti che non hanno nulla a che vedere con il turismo.

Tratto dal sole24ore


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