COME SI SOSTIENE IL CLERO?

La Remunerazione dei Preti, Sacerdoti ecc.

Storicamente il sistema di sostentamento del clero era basato sui c.d. benefici, ovvero dotazioni patrimoniali munite di personalità giuridica e produttive di reddito, correlate all’ufficio ecclesiastico ricoperto di volta in volta dai singoli chierici.

L’indipendenza della massa patrimoniale, assicurava una sicurezza economica sufficientemente costante nel tempo ma d’altro canto tale sistema aveva portato alla creazione di ingiustificate e notevoli sperequazioni tra i chierici titolari dei vari uffici, poiché la retribuzione, la c.d. congrua, dipendeva dall’entità del patrimonio beneficale.

Lo Stato fu pertanto costretto ad intervenire, versando, tramite il Fondo per il culto (incardinato fino al 1932 nel Ministero della Giustizia e poi, da tale anno in quello dell’Interno) il c.d. supplemento di congrua, in modo da aumentare il reddito prodotto chi beneficio fino ad un minimo predefinito, atto a garantire un dignitoso al chierico che ne fosse titolare. Un superamento del benefici e del supplemento di congrua —trasformatosi peraltro in una se patrimoniale a favore dei chierici gravante sul Fondo per il culto suggerito durante il Concilio Vaticano Il (19621965) e poi definitivamente attuato dal Codice di Diritto Candhico del 1983 che, al can. 1274, prevede l’istituzione presso ogni diocesi di organismi speciali che raccolgano beni e offerte destinate al sostentamento dei chierici che prestano servizio presso la diocesi stessa

A tale riforma ha aderito lo Stato con la legge n. 222 del 1985 e la Conferenza Episcopale Italiana ha provveduto, a sua volta, ad erigere l’Istituto centrale per il sostentamento del clero, con il fine di integrare le risorse degli istituti diocesani ed interdiocesani.

Tali istituti divennero titolari dei beni appartenenti ai vecchi enti beneficiali e venne loro riconosciuta la personalità giuridica attraverso una procedura abbreviata, dalla data di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto del Ministero dell’Interno che conferiva ad essi la qualifica di ente ecclesiastico civilmente riconosciuto.

L’Istituto Centrale per il sostentamento del clero nasce con un proprio patrimonio, destinatogli Conferenza Episcopale Italiana, incrementato da una quota pari all’otto per mille dell’imposta sul reddito delle persone fisiche destinata in parte, a scopi di interesse sociale o di carattere umanitario a diretta gestione statale e, in parte, a scopi di carattere religioso a diretta gestione della Chiesa Cattolica; concorrono inoltre le erogazioni liberali e volontarie dei fedeli e gli eventuali avanzi di gestione degli istituti diocesani.

Dal momento che le somme di pertinenza degli Istituti diocesani non sono generalmente sufficienti a provvedere al sostentamento del clero, allo stato di previsione, che esse presentano all’inizio di ogni anno all’Istituto Centrale, viene affiancata una domanda di integrazione.

Alla fine di ogni esercizio gli istituti redigono una relazione sulle modalità di utilizzo delle somme percepite a titolo di integrazione e nel caso di avanzi di gestione, questi vengono versati indietro all’Istituto centrale, nella misura prevista dalla Conferenza Episcopale Italiana.

I sacerdoti che prestano servizio presso la diocesi hanno pertanto un vero e proprio diritto a percepire una remunerazione, equiparata, ai fini fiscali, al reddito da lavoro dipendente; l’Istituto centrale è tenuto ad operare, su dette somme, le ritenute IRPEF da versare allo Stato, nonché ad effettuare, per i sacerdoti che vi sono obbligati, il pagamento dei contributi previdenziali ed assistenziali.

Per quanto concerne infine le confessioni acattoliche, nonostante il proposito di provvedere al mantenimento del culto e al sostentamento dei ministri unicamente con offerte volontarie, esse beneficiano del meccanismo dell’otto per mille e delle erogazioni volontarie fiscalmente deducibili che assicurano un’entrata sicura e costante nel tempo.

denaro-dei-preti

Adesso faccio una riflessione: Il sito web della Chiesa Cattolica (www.chiesacattolica.it) è stato realizzato da una società privata che giustamente realizza siti web. Infatti visitando il loro sito web e la loro agenzia che si trova a Padova (la città di Santo Antonio) è costituita da un socio unico con capitale sociale versato di ben 93.600,00 (novantatremilaseicento/euro).

La società si chiama SEED – avrà mai per opera pia realizzato il sito web gratis?

https://dipendentipubblici.eu/i-diritti-e-le-liberta-fondamentali-degli-individui/

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