Gli attacchi di ansia sul posto di lavoro rappresentano una sgradevole eventualità che deve essere sottovalutata: il rischio, infatti, è che essi degenerino in situazioni più gravi. Ne parliamo con il Dott. Giorgio Ioimo, Psicologo-Psicoterapeuta di Torino, specialista in Psicoterapia Breve Strategica.
Dottor Ioimo, che differenza c’è tra stress e ansia?
La principale differenza tra lo stress e l’ansia riguarda il fatto che, nel primo caso, siamo perfettamente consci dell’origine della preoccupazione e sappiamo da che cosa essa è motivata. Gli attacchi di ansia, invece, comportano uno stato di confusione per colpa del quale chi ne è colpito non riesce a comprendere con lucidità che cosa gli sta succedendo. Anche per questo motivo, l’ansia in sé non è il solo problema da affrontare, perché diviene problematico perfino il modo in cui all’ansia si reagisce.
Che cosa succede quando si è ansiosi?
Nel momento in cui si viene colpiti da un attacco di ansia, si ha la tendenza ad amplificare la sensazione di pericolo che si sta vivendo. Un pericolo che, in realtà, non esiste, e di cui però si è convinti. Nei casi più gravi, tale condizione può essere perfino paralizzante, al punto da trasformarsi in una fobia vera e propria.
Come si può prevenire l’ansia?
Di certo uno stile di vita sano ed equilibrato può aiutare a tenere lontana l’ansia, ma anche a lenire lo stress: è per questo motivo che è importante mangiare bene e con attenzione, ma anche praticare sport e dedicare al riposo e al sonno un numero di ore congruo. Più in generale, è opportuno ritagliarsi ogni giorno dei momenti in cui estraniarsi rispetto al lavoro e per staccare la spina; le vacanze, poi, devono essere il più possibile rilassanti, e non fonte di altre preoccupazioni, magari perché ci si trova in un luogo pericoloso o perché si ha paura di spendere troppo.
Ci sono degli esercizi su cui si può fare affidamento per rilassarsi?
Ovviamente sì: a seconda delle proprie inclinazioni personali, si può scegliere se optare per gli esercizi di respirazione, per la meditazione o magari affrontare la sorgente del problema con mezz’ora di implosione nelle proprie paure. Imparare a rilassarsi è decisivo: a volte basta sedersi e respirare lentamente tenendo una mano sulla pancia. Non è detto che il primo esercizio che si mette alla prova sia quello giusto, ma vale la pena di provare fino a quando non ci si imbatte nella soluzione più efficace. Nella quotidianità, poi, è bene imparare a staccare e a staccarsi dal resto del mondo, per esempio concedendosi una passeggiata da soli, in un bosco, senza il telefono cellulare. Ciò permette, tra l’altro, di aumentare la propria produttività sul posto di lavoro, dal momento che una mente rilassata è destinata a essere più ricettiva. Saper organizzare il proprio tempo è altrettanto importante: se si ha la possibilità di delegare le proprie mansioni ad altre persone è sempre bene farlo.
E per evitare l’ansia sul lavoro quali strategie vanno messe in atto?
Anche se può apparire un consiglio banale, è indispensabile cercare di rimanere positivi. Uno degli effetti dell’ansia è quello di far sentire le persone inadeguate rispetto a ciò che ci si attende da loro e alla gestione delle mansioni che sono chiamate a svolgere. Così, chi è ansioso ha la sensazione di non essere all’altezza, anche sul lavoro: per questo immagina di essere punito o penalizzato per i propri fallimenti. Come un cane che si morde la coda: l’ansia porta a immaginare la sconfitta, ma questo pensiero determina ancora più ansia, e così via. Rimanere positivi vuol dire, per esempio, chiedere aiuto quando ci si rende conto di averne la necessità, ma anche fermarsi per meditare e provare a focalizzare i problemi da cui si è angosciati.
Chiedere aiuto è importante?
Non solo è importante, ma è addirittura indispensabile, e non bisogna avere paura o magari vergognarsi di farlo. Quello che conta è focalizzare la propria attenzione su un problema alla volta: così è più semplice individuare la soluzione di cui si è in cerca e ottenere un piccolo successo che sarà fonte di soddisfazione.
il mio malessere sul posto di lavoro si e’ cronicizzato ed ho chiesto aiuto ad un avvocato. tanti i casi come il mio ma taciuti. io grido giustizia!