Lo Stato italiano dovrebbe costituirsi parte civile per la morte di Stefano Cucchi e radiare i Carabinieri mentalmente non a posto
Caso Cucchi, chiusa l’inchiesta per i depistaggi: rischio processo per 8 carabinieri
Falso, favoreggiamento, omessa denuncia e calunnia: sono questi i reati contestati, a seconda delle singole posizioni, a otto militari dell’Arma, coinvolti nell’inchiesta bis sui depistaggi legati al pestaggio di Stefano Cucchi, il geometra di 32 anni morto il 22 ottobre del 2009 all’ospedale Sandro Pertini, sei giorni dopo essere stato arrestato dai carabinieri per detenzione di droga..
Più che detenzione di droga salvo errori, mi sa che Stefano all’epoca dei fatti si stava fumando uno spinello ovvero era in possesso di una canna.
Lui è morto grazie alle mazzate subite dai Carabinieri.
Anche i Carabinieri sono dipendenti dello Stato – devono essere al servizio dello stato.
Un enorme abbraccio alla sorella guerriera di Stefano.
Forza.
Si spera che Salvini al contrario di quanto pensi legalizzi le droghe altrimenti la guerra contro la droga sarà infinita e il dispendio economico e del personale alla fine sarà inutile: salvo politiche di fascismo che non si auspicano in un nessun paese. Si alla democrazia.
Uno stato che non legalizza e non regolamenta il traffico di droga secondo alcuni pensieri non vuole realmente occuparsi del problema. Vedi l’Olanda.
L’avviso di conclusione delle indagini, atto che precede solitamente la richiesta di rinvio a giudizio, riguarda tra gli altri il generale Alessandro Casarsa, all’epoca dei fatti comandante del Gruppo Roma, e il colonnello Lorenzo Sabatino, già responsabile del reparto operativo.
Il 415 bis è firmato dal pm Giovanni Musarò e dal procuratore Giuseppe Pignatone.
Punti di vista! Sul MATTINO Si legge: Giovanardi: «Chiedere scusa per cosa? Stefano Cucchi è morto per la droga»