Auto BLU – Pubblica Amministrazione

Chi utilizzera’ l’automobile di rappresentanza per scopi privati, sottolinea Fiano in una dichiarazione «compie il reato di peculato d’uso, punibile, secondo il codice penale, con il carcere da un minimo di sei mesi fino a tre anni.

Vi è inoltre la proroga al 31 dicembre 2017 del divieto di acquisizione di altre autovetture e vengono erogate sanzioni pecuniarie da cinque fino a diecimila euro per quei dirigenti delle amministrazioni pubbliche che non partecipano al censimento annuale delle auto di servizio.

Gli effetti per i Comuni
Le novità investono però in pieno Comuni, Città metropolitane e Province, tutti enti che finora erano stati coinvolti nei tagli ma esclusi dai vincoli sulle modalità di utilizzo scritti nel decreto varato da Palazzo Chigi nel settembre del 2014. Proprio in quel decreto era anche fissato il divieto di utilizzare l’auto di servizio per gli spostamenti da casa all’ufficio, che ora entra nella legge aprendo la porta alla contestazione del reato.
L’altra novità rilevante è nella sanzione per chi non risponderà al censimento annuale, nel tentativo di scrivere finalmente un elenco completo delle auto blu. L’ultimo censimento, diffuso dalla Funzione pubblica il 29 febbraio, parla di 23.203 vetture nel 2015 contro le 66.619 dell’anno prima, per effetto dei tagli già scritti, ma alle richieste di dati continua a sfuggire quasi il 70% dei Comuni e il 25% di Province e Città metropolitane. Vero è che soprattutto negli enti medio-piccoli spesso le auto blu non esistono: per queste amministrazioni, il nuovo obbligo di risposta si limiterà a infittire ancora la sequela degli adempimenti.

Il Sole 24 Ore –

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