APPROPRIAZIONE INDEBITA DELL’AMMINISTRATORE DI CONDOMINIO

Se l’amministratore di condominio utilizza i soldi versati dai condomini per altri fini cosa commette?

Chiunque, per procurare a sé o ad altri un ingiusto profitto, si appropria il denaro o la cosa mobile altrui di cui abbia, a qualsiasi titolo, il possesso, è punito, a querela della persona offesa, con la reclusione fino a tre anni e con la multa fino a euro 1.032.
Se il fatto è commesso su cose possedute a titolo di deposito necessario, la pena è aumentata.
Praticamente stiamo parlando della consumazione del reato di Appropriazione indebita prevista dall’articolo 646 del codice penale.

Se l’amministratore gestisce in maniera infedele la somma ricevuta e se ne è appropria, tramite un indebito prelevamento dal conto acceso a nome del condominio amministrato, per poi trasferirla sul conto corrente di un altro condominio “in perdita” commette il reato di appropriazione indebita.

Il reato di appropriazione indebita si consuma quando l’amministratore, che ha la disponibilità di denaro di proprietà altrui (condomini) in virtù dell’incarico ottenuto, si comporta come se fosse il proprietario, con la volontà espressa o implicita di considerare lo stesso come proprio.

A sostegno di quanto affermato la Corte di Cassazione si è espressa con la recente sentenza n. 31322 del 2017  stabilendo che il reato si configura anche quando l’amministratore, allo scopo di coprire perdite che si verificano in altri condomini dallo stesso gestiti, trasferisce fondi di proprietà di un condominio ad un altro.

Cosicché il reato di appropriazione indebita si consuma allorquando l’amministratore, che ha la disponibilità di denaro di proprietà altrui (condomini) in virtù dell’incarico ottenuto, si comporta come se fosse il proprietario, con la volontà espressa o implicita di considerare lo stesso come proprio.



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