L’Estate sta arrivando – Costi Benzina e Gasolio in aumento
Il nuovo Governo da poco insediatosi nel programma o contratto stipulato con la lega hanno stabilito l’obiettivo di sterilizzazione clausole IVA e accise
Si legge inoltre nel contratto che si dichiara l’intenzione di voler sterilizzare le clausole di salvaguardia UE che comportano l’aumento delle aliquote IVA e delle accise, in quanto sarebbe un colpo intollerabile per famiglie e imprese, nonché provvedere alla correzione dell’extra tassazione sulle
sigarette elettroniche.
Tuttavia continua ad aumentare la spesa per i carburanti auto degli italiani a causa della crescita dei prezzi presso i distributori.
Secondo la consueta stima mensile del Centro Studi Promotor, a maggio gli italiani hanno speso per l’acquisto di benzina e gasolio auto 5,088 miliardi di euro: il 6,7% in più rispetto a maggio 2017 nonostante un calo dei consumi dello 0,3%.
Pertanto è la crescita dei prezzi alla pompa a far lievitare la spesa e le prospettive per i prossimi mesi non appaiono positive.
Il prezzo medio della benzina, che a maggio era di 1,616 euro al litro, due settimane fa ha toccato quota 1,645 euro di cui ben 1,025 euro vanno al Fisco per le accise e per l’Iva.
Decisamente peggiorata anche la situazione del gasolio, che a maggio costava mediamente 1,494 euro, mentre il prezzo medio della settimana scorsa è stato di 1,525 euro (di cui 0,892 euro vanno al Fisco).
Su tutto il territorio italiano sono oggi assoggettati ad accisa: oli minerali e derivati, alcool e bevande alcoliche, fiammiferi, tabacchi lavorati, energia elettrica, gas metano, oli lubrificanti.
L’accisa sull’acquisto dei carburanti è stata in varie epoche attribuita a:
- emergenze di cassa dello Stato
- volontà di limitare le importazioni e la dipendenza da fonti energetiche esterne al paese
- necessità di compensare i danni all’ambiente (green tax)
Il valore dell’accisa sul carburante è diverso a seconda dell’uso che l’acquirente intende farne: in generale maggiore per il trasporto, minore per il riscaldamento.
Da precisare che dal 1999 un decreto legislativo permette alle varie Regioni di imporre una accisa autonoma sulla benzina.
€ 0,00723: finanziamento della crisi di Suez del 1956;
€ 0,00516: ricostruzione post disastro del Vajont del 1963;
€ 0,00516: ricostruzione post alluvione di Firenze del 1966;
€ 0,00516: ricostruzione post terremoto del Belice del 1968;
€ 0,0511: ricostruzione post terremoto del Friuli del 1976;
€ 0,0387: ricostruzione post terremoto dell’Irpinia del 1980;
€ 0,0114: finanziamento della missione in Bosnia del 1996;
€ 0,02: rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri del 2004;
€ 0,005: acquisto di autobus ecologici nel 2005;
€ 0,0051: terremoto dell’Aquila del 2009;
€ 0,0073: finanziamento della manutenzione e la conservazione dei beni culturali, di enti ed istituzioni culturali nel 2011;
€ 0,04: arrivo di immigrati dopo la crisi libica del 2011;
€ 0,0089: alluvione in Liguria e Toscana nel novembre 2011;
€ 0,082 (€ 0,113 sul diesel): decreto “Salva Italia” del governo Monti nel dicembre 2011;
€ 0,02: finanziamento post terremoti dell’Emilia del 2012.
Renzi e una delle promesse non mantenute

Renzi aveva dichiarato di voler abolire tutte le vecchie accise, considerate ridicole.
Eppure a oggi, le accise siano ancora lì e incidono per oltre il 50% sul prezzo della benzina. Un’altra presa per i fondelli nei confronti degli italiani.